Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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Un poco di ruolo

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2015 11:49
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19/01/2015 22:13

Brevi intermezzi
Apro questa discussione per raccogliere brevi intermezzi ruolistici che possono essere interessanti me che rallenterebbero lo svolgimento della campagna.
Spero vogliate approfitarne anche voi. Vanno bene anche per approfondire il rapporto tra i PG (ad esempio la differenza di vedute tra Algot e Artorias)

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19/01/2015 22:51

Dopo il massacrante scontro con Hosilla e i suoi, il gruppo scopre la lettera con gli ordini dell'inquisitrice. Se prima erano provati nel corpo ora lo sono anche nello spirito visto lo scenario aperto dal semplice foglio di carta. quelli che rinagono più colpiti dalla cosa sono sicuramente Horgus e Anevia.
Di comune accordo si decide che è melgio riposarsi un poco e si creano semplici barricate per bloccare l'accesso alla sala....

Quando la situazione sembra essersi calmata (le informazioni sono state in qualche modo metabolizzate e, sopratutto, non si sentono rumori di eventuali rinforzi) Anevia si va a sedere vicino ad Artorias e si massaggia la gamba offesa mentre parla a bassa voce...

@Artorias
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Mentre la conversazione isolata tra i due procede, Wenduag sembra irrequieta. Rimane seduta in un nagolo ma il suo sguardo continua a spostaris continuamente su tutti gli occupanti della stanza. Alla fine sembra aver preso una decisione. Il suo sguardo si fissa su Algot mentre lei balza in piedi mettendosi velocemente di fronte al tiefling. La voce con cui parla non è minacciosa o aggressiva ma abbastanza alta da farsi udire da tutti (tranne da Horgus che sembra avere altro a cui pensare).
"Vi siete dimostrati capaci nello sconfiggere l'usurpatrice e magnanimi nel risparmiarmi la vita. Ora finalmente intravedo un barlume di speranza per la mia tribù. Siamo rimasti in pochi e non voglio vedere altri morire inutilmente. La nostra forza ne risentirebbe troppo. L'uomo alto ha ragione. La testa di quella cagna potrebbe servire a creare caos e panico negli altri. Ma nel caos tutto potrebbe succedere. Lasciate che io prenda la guida del mio popolo e porterò la pace. Purtroppo non posso fare nulla per i demoni che bloccano l'uscita ma lameno posso farvi arrivare fino a loro senza altri problemi."
"Per farlo ho però bisogno delle mie armi. Un leader non può essere un prigioniero."
"Sta a voi decidere se fidarvi o aprirvi la strada conla spada."

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19/01/2015 23:41

@Anevia
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20/01/2015 03:07

Tursurion è seduto in terra. Dovrebbe riposarsi, ma è pensieroso e gioca nervosamente girando e rigirando una freccia tra le dita, facendola poi fluttuare in aria per qualche secondo con uno dei suoi trucchi magici.
All'improvviso si mette a parlare con la persona a lui più vicina:
"Sai Algot, tanti anni fa il mio maestro di spada a Kyonin, Makaristyan, mi insegnava che per affrontare un avversario dotato di una portata superiore alla nostra occorre essere pazienti, oppure essere folli. E come un folle mi sono lanciato contro quella cultista invece di aspettare il momento adatto. Così, dopo non essere riuscito ad abbatterla con la magia, non ci sono riuscito nemmeno con le armi: il male le conferiva un certo potere, non c'è dubbio.
Ma sto già pensando a nuovi modi di sfruttare le energie arcane, con effetti sia offensivi che difensivi... vedrai che la prossima volta avremo meno problemi."

In quel momento Wenduag lo interrompe facendo il suo discorso ad Algot.
Tursurion la lascia parlare, poi risponde:
"Mi sembra una buona idea, ma direi di riparlarne dopo che avremo recuperato le forze. Piuttosto, dicci di questi demoni che ci impedirebbero l'uscita..."

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Shiektor
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20/01/2015 09:05

Harlan ascolta in perfetto silenzio sia il discorso di Wenduag che la risposta di Tursurion, visibilmente in cerca del momento giusto per ottenere la completa attenzione della donna. Si trova seduto in terra a riposare con le gambe piegate da un lato e la schiena al muro. Osservandolo attentamente mentre ascolta gli altri, la schiena da appoggiata si fa tesa ed a pochi millimetri di distanza dal muro.
"Quando dici che porterai la pace, ti riferisci anche agli scontri con l'altra tribù? Puoi assicurarci che i tuoi ti seguiranno in questa scelta se crederanno che hai avuto parte nella dipartita di queste anime perse?"

@DM
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20/01/2015 12:37

Il periodo di riposo di Kibra si svolge in un angolo, un po' lontana dai compagni. La sua espressione è molto tesa, nei suoi lineamenti si legge una profonda delusione, si direbbe una sconfitta.
Con questa espressione fissata sul suo volto, la nana riversa il contenuto del suo zaino per terra: pietre di ogni dimensione, ninnoli senza alcun valore ma dotati di spigoli vivi o di un certo peso, stoviglie di ogni tipo e altre cianfrusaglie che, nelle sue mani, si trasformano - o almeno avrebbero dovuto trasformarsi - in armi. Per un attimo Kibra contempla quegli oggetti, scuotendo poi lentamente la testa. "Tutto inutile" dice tra sè.
È quando comincia a riporre i suoi oggetti nello zaino che Wenduag parla.

Lascia rispondere Tursurion e annuisce alle parole di Harlan.

"Vogliamo tutti uscire da qui, giusto? È arrivato per noi il momento di concederti la nostra fiducia...Fa' che essa sia ben riposta."

@DM
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20/01/2015 20:56

Korrigan, 19/01/2015 22:51:

Mentre la conversazione isolata tra i due procede, Wenduag sembra irrequieta. Rimane seduta in un nagolo ma il suo sguardo continua a spostaris continuamente su tutti gli occupanti della stanza. Alla fine sembra aver preso una decisione. Il suo sguardo si fissa su Algot mentre lei balza in piedi mettendosi velocemente di fronte al tiefling. La voce con cui parla non è minacciosa o aggressiva ma abbastanza alta da farsi udire da tutti (tranne da Horgus che sembra avere altro a cui pensare).
"Vi siete dimostrati capaci nello sconfiggere l'usurpatrice e magnanimi nel risparmiarmi la vita. Ora finalmente intravedo un barlume di speranza per la mia tribù. Siamo rimasti in pochi e non voglio vedere altri morire inutilmente. La nostra forza ne risentirebbe troppo. L'uomo alto ha ragione. La testa di quella cagna potrebbe servire a creare caos e panico negli altri. Ma nel caos tutto potrebbe succedere. Lasciate che io prenda la guida del mio popolo e porterò la pace. Purtroppo non posso fare nulla per i demoni che bloccano l'uscita ma lameno posso farvi arrivare fino a loro senza altri problemi."
"Per farlo ho però bisogno delle mie armi. Un leader non può essere un prigioniero."
"Sta a voi decidere se fidarvi o aprirvi la strada conla spada."


Superpippo90, 20/01/2015 03:07:

Tursurion è seduto in terra. Dovrebbe riposarsi, ma è pensieroso e gioca nervosamente girando e rigirando una freccia tra le dita, facendola poi fluttuare in aria per qualche secondo con uno dei suoi trucchi magici.
All'improvviso si mette a parlare con la persona a lui più vicina:
"Sai Algot, tanti anni fa il mio maestro di spada a Kyonin, Makaristyan, mi insegnava che per affrontare un avversario dotato di una portata superiore alla nostra occorre essere pazienti, oppure essere folli. E come un folle mi sono lanciato contro quella cultista invece di aspettare il momento adatto. Così, dopo non essere riuscito ad abbatterla con la magia, non ci sono riuscito nemmeno con le armi: il male le conferiva un certo potere, non c'è dubbio.
Ma sto già pensando a nuovi modi di sfruttare le energie arcane, con effetti sia offensivi che difensivi... vedrai che la prossima volta avremo meno problemi."

In quel momento Wenduag lo interrompe facendo il suo discorso ad Algot.
Tursurion la lascia parlare, poi risponde:
"Mi sembra una buona idea, ma direi di riparlarne dopo che avremo recuperato le forze. Piuttosto, dicci di questi demoni che ci impedirebbero l'uscita..."



Algot stava per rispondere all'elfo quando viene interrotto da Wenduang, dopo averla sentita parlare si alza in piedi. Non è alto ne massiccio ma la sua postura e le ali semichiuse danno alla sua figura un che di imponente.

"Fosse per me avresti la gola squarciata. Anche se mi fidassi a ridarti le armi e a lasciarti parlare con il resto della tribù, come faccio a sapere che fra meno di una luna non ti rivolterai contro il villaggio di Sull? Come faccio a sapere non ricomincerai a praticare il cannibalismo?" Algot la squadra un momento poi ricominciare a parlare
"Parli di fiducia, ma la mia fiducia non viene concessa gratuitamente, ma è bensì in vendita, acquistabile con atti degni di essa. Avevi promesso di seguirci e dimostrarci di non cedere più alla tentazione della carne dei tuoi simili*, come intendi dimostrare di essere degna di fiducia ora? E come potremo noi verificare se questa fiducia è stata ben riposta?" Algot la guarda fisso negli occhi, quindi dopo questa seconda pausa conclude
"Saresti disposta a convincere il tuo popolo a cedere parte delle vostre armi a Sull? Non tutte, ma quelle che noi giudicheremo superflue alle vostre necessità di caccia e difesa. Ovviamente le vie commerciali verso la superficie devono essere riaperte al villaggio di Sull. E inoltre ti chiedo che un contingente dei tuoi si unisca a noi nella liberazione di Kerabres. Queste sono le mie condizioni base, infine voglio qualcosa che funga da garanzia della tua buona condotta"


[*GdrOFF: vabbe qui simili è preso alla larga ma fatemelo passare]
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30/01/2015 01:35

Introspezione
Algot osservò la devastazione che lo circondava, strinse inconsciamente le ali attorno alle spalle, mentre sentiva la corta peluria del suo corpo alzarsi come se fosse stato colpito da un'improvvisa brezza gelida. Inconsciamente cerco con la mano sinistra la familiare elsa del suo stocco, poi tocco quella di Radiance, non gli era capitato spesso di portare due armi al fianco ma ci aveva fatto facilmente l'abitudine.

Finalmente era di nuovo all'aperto, ma gli sembrava di guardare il mondo dal fondo di un pozzo, circondato da inscalabili pareti di malvagità. Cosa ci faceva di nuovo a Kenabres? Quella città l'aveva ripudiato, così come aveva fatto la gente di Sull, il suo posto non era certamente ne li sotto ne qui sopra.
Eppure era li, indossava una cotta di maglia strappata ad un nemico dove aveva a forza ricavato delle fessure per le sue ali, braccato da paladini e in procinto di affrontare un'orda di demoni. Si guardo intorno, il gruppo che lo circondava non lo faceva certo sentire a casa, e difficilmente avrebbe dato le spalle ad Anevia se fossero stati soli, se quell'Horgus li avesse avuto un minimo di fegato si sarebbe guardato anche da lui. Per quanto quella banda fosse abbastanza inadatta a fronteggiare un esercito - anche con il supporto degli uomini di Sull e di un po' di paladini racimolati in giro - si accorse che non era la prospettiva di una sconfitta a preoccuparlo, ma di una vittoria. Cosa avrebbe fatto dopo? Con chi avrebbe festeggiato, per chi stava combattendo?
Certo, combatteva per ciò che era giusto, ma se lo meritavano davvero di vincere? Ripensò al paladino che aveva incontrato poco prima, davvero quell'uomo che voleva ammazzarlo si meritava che Algot Kalgax rischiasse la vita per salvarlo? E quelli del villaggio di Sull, anche se avessero vinto avrebbero ricevuto al massimo un freddo ringraziamento formale. Eppure anche loro erano pronti a rischiare.
Si rese conto che non gli importava, non gli importava di morire li, non gli importava che Sull, Lann e gli altri fossero trucidati, non gli importava dei demoni e della crociata. Eppure andava avanti, ripensò a suo padre: era lui che gli aveva inculcato tutte quelle strambe idee in testa, ed ora non riusciva a fermarsi, non riusciva a pensare a se stesso, un tiefling furbo avrebbe tagliato la corda, venduto Radiance e sarebbe andato a sud, al caldo e al sicuro, ma lui no, si sentiva come se stesse correndo in discesa, sapeva che sarebbe inciampato a momenti ma più prendeva velocità meno riusciva a fermarsi.
Gli sarebbe piaciuto pensare a se stesso, per una volta nella vita, provò ad immaginarsi in una pacifica fattoria, in un bar di un'affollata città in pace a bere e cantare, in una lussuosa stanza da letto circondato da bellissime elfe. Ma niente. Tutte quelle visioni non lo attiravano, sapeva che si sarebbe sentito fuori posto in ognuno di quei luoghi.

Era inutile continuare a pensarci, sapeva già cos'avrebbe fatto, avrebbe fatto la cosa giusta. Non per qualcuno da salvare, non per un ideale, ma perché era l'unica cosa capace di fare, si compiatì, adesso toccava a lui, il povero tiefling sfigato a cui mancava un pezzo, se avesse avuto un minimo di amor proprio avrebbe trovato una prospettiva allettante in tutto quello, qualcuno per cui vivere, qualcuno per cui morire, un sogno, un ideale un desiderio. E invece era li, pronto a sfidare un esercito mosso solo dall'inerzia. Ma era davvero così o c'era dell'altro?

Cerco di scacciare i pensieri dalla testa, era meglio scambiare due chiacchiere con qualcuno, si guardo intorno, vicino a lui camminava Arotrias, non ci penso neanche per un secondo, abbreviò il passo, finché i nani non lo raggiunsero: "Mastro Murtak, permettete una domanda? Dite che si può far niente per questa cotta di maglia? Lo squarciata per farci passare le mie ali, non credo di averne compresso la funzionalità, ma di certo non è troppo comoda così..."
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30/01/2015 22:09

Applausi per Algot che merita di veder alleviate le sofferenze del suo spirito....

Alla fine del suo attimo di scoramento, reazione naturale di fronte alla distruzione che lo circonda, Algot sente il suo animo alleggerirsi. Non è qualcosa che viene dall'interno ma è come se una mano amica si fosse poggiata sulla sua spalla per portargli conforto. Forse il suo dio che gli lascia non un messaggio ma una convinzione.

<<< La rete delle pietre guardiane è caduta. Nulla ora può contrastare e trattenere le orde dei demoni. Se non si farà presto qualcosa a breve tutto il mare interno verrà ingoiato dall'abisso. E di certo uomini come Falken potranno fare poco per impedire la cosa. Meglio quindi una gloriosa e veloce dipartita ardendo del fuoco della speranza piuttosto che una fuga pe vivere nell'attesa di una inevitabile schiavitù >>>

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09/02/2015 17:18

Gli eventi che seguono si riferiscono alla fine del combattimento presso le rovine della Blackwing Library.

Indeboliti dalla caduta del loro comandante i Tiefling cedono velocemente sotto i vostri colpi. Conoscendo il trattamento che la città riserva a quelli della loro razza non ci pensano neppure per un momento ad arrendersi preferendo una morte veloce in battaglia.
Mentre Artorias e Harlan concludono il combattimento aiutati da Kibra, Murtak Anvilsong si occupa di impacchettare il moribondo Chaleb. Tursrion nel frattempo non riesce a resistere alla propria curiosità e si mette a frugare tra i detriti e i libri ammassati trovando qualcosa di interessante.
Algot invece finisce di occuparsi dei prigionieri radunandoli, liberandoli e prestando i primi soccorsi. Adso e gli altri bibliotecari sulle prime sembrano molto spaventati, probabilmente preoccupati di essere diventati prigionieri di altri sciacalli ma poco a poco capiscono la situazione e si riprendono. Soprattutto quando vedono arrivare anche Aravashinial attorno al quale si radunano con gioia.

Adso: “Lord (titolo di cortesia) Aravashinial. Che piacere rivederla. Sapevamo che se qualcuno di voi Riftwarden fosse sopravvissuto sarebbe venuto a soccorrerci. Purtroppo però le devo dare una cattiva notizia. Durante l’attacco ala biblioteca i suoi compagni di stanza in questa base sono stati annientati. E noi invece non abbiamo più ricevuto notizie di Quednys Orlun che era andato in piazza per la festa”…………

Cosa interessante scoperta da Tursurion n°1
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Cosa interessante scoperta da Tursurion n°2
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[Modificato da Korrigan 09/02/2015 17:21]

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13/02/2015 23:24

Chaleb messo alle strette confessa che le informazioni che vi ha passato sono in realtà dicerie che ha sentito in giro. Comunque è convinto che un fondamento di verità ci sia altrimenti come avrebbe potuto cadere così facilmente la cittadella?
“Guardate cosa resta della città. Ormai non è più Kenabres questa. Questo è terreno fertile per demoni. Una riserva di caccia.”
“Ho visto alcuni degli immensi demoni che hanno distrutto la città. Stanno ancora girando in cerca di prede da divorare”
“Cosa resta per noi a questo punto? Soccombere o passare dalla parte dei vincitori. Pensateci.”
“Io di certo non voglio morire”


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[Modificato da Korrigan 13/02/2015 23:26]

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16/02/2015 14:35

Dopo aver ascoltato l'ultima frase di Chaleb, Tursurion gli si para davanti, infuriato. La sua rabbia si manifesta fisicamente, tramite energia magica che gli muove i capelli e le vesti.
La sua voce vibra, ma l'arcanista si controlla e mantiene il contegno.
"E tu saresti un paladino? Tanti voti e giuramenti, e poi passi al nemico per paura della morte? Trovo stupido combattere battaglie senza speranza solo per il fascino romantico di un ideale, ma per gli dei, il modo di fare qualcosa di buono c'è ancora! Ritirati per combattere domani, cerca sopravvissuti per riformare una forza di difesa, porta al sicuro qualche poveraccio rimasto bloccato in città! Invece eri pronto a trucidare gli innocenti che avevi promesso di difendere, pensando scioccamente che se i demoni dilagheranno in questo mondo avrai ancora una vita da vivere.
Ci sono gruppi di paladini, quelli veri, che girano ancora in città. Ringrazia qualsiasi empia divinità alla quale ti sarai votato se non hai incontrato prima qualcuno di loro, o saresti già finito impalato. Meritatamente, aggiungo!

Non credo nel destino, ma alle possibilità che ci offre la vita. Hai la fortuna di poter ancora fare la tua parte: giocati bene questa chance, perché se invece cerchi ancora di convincerci a prendere la tua stessa scellerata decisione, ti fulmino all'istante!"

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Shiektor
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16/02/2015 22:38

Chaleb abbassa la testa come se fosse stato colpito da un pugno allo stomaco (non siete stati voi vero?) incapace di sostenere lo sguardo dell'elfo.
Con una manica riesce a eliminare un poco di sporco dal pettorale dell'armatura rivelando il simbolo che reca inciso.
"Io". La sua voce è quasi un sussurro. "Io non sono un paladino. Appartengo ad un ordine cavalleresco".
Vi ci vuole un poco per riuscire a distinguere bene il simbolo nascosto tra strati di sporco e dalla semioscurità del rifugio che avete trovato ma alla fine riconoscete il logo dell'ordine della Cockatrice. cosa che di per se già spiega molte cose....
"O meglio appatenevo."
"Quando è scoppiato questo inferno siamo stati aggrediti da orde di demoni. Ho visto sciami di insetti mostruosi. Volanti e striscianti. Hanno aggredito tutti divorando la gente sul posto. In un primo momento abbiamo cercato di resistere e anche io ho cercato di dare il mio contributo".
"Ma poi. La mia povera Nysuiss è stata attaccata. Non ho potuto fare altro che vederla macellata da zanne fameliche. Ancora mi rimbombano nelle orecchie i suoi nitriti di dolore e terrore. Sentimenti che ho condiviso con lei tramite il nostro legame".
"Quando la sua vita si è infine spenta ero lontano, trascinato dal flusso dei fuggitivi ma dentro di me qualcosa si è spezzato".
"Vorrei aiutarvi, ma non saprei come. Le scarse informazioni che ho le ho già condivise con voi".

@Harlan
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@Tursurion
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23/02/2015 11:49

Distrutti i due demoni, il gruppo si riposa un po' nel negozio.
Algot e Harlan conversano con la coppia di commercianti, insieme ad Artorias che però divide la sua attenzione tra la bottegaia ed Anevia.
Horgus si è trovato la sedia più comoda e sta per i fatti suoi, ancora sconvolto dalle scene di distruzione, a chiedersi se la sua casa abbia fatto la stessa fine.
Murtak canticchia mentre finisce di riparare gli oggetti rotti nel corso del combattimento, e Kibra seduta sul bancone batte sulle sue pentole facendo da base alla canzone nanica.
Tursurion gesticola creando una leggerissima brezza che spazza via i residui più piccoli dello specchio e dell'armadio, facendoli volteggiare ed uscire dalla finestra. All'improvviso si ferma, e una nuvoletta di segatura cade sul bancone. L'arcanista fa schioccare le dita, e commenta:
"Ma sì, funzionerà! La prossima volta che ci troviamo davanti uno di quei mostriciattoli, so io come trattarlo!"

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Shiektor
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