Norman durante i lunghi giorni di viaggio rimane per lo più chiuso a leggere i tomi della Carlyle. Per sgranchirsi un pò partecipa insieme a Oscar al tiro al piattello, ma ha risultati ben peggiori del collega, distratto dalle ultime rilevazioni.
Di sera, dopo cena, cerca di parlare con gli altri compagni con la scusa del fumo o del digestivo.
Phineas: in realtà abbandona da subito l'idea di spiegarsi con lui, lasciandolo in pace per il momento.
Frank, Oscar: si confronta con loro sul contenuto dei libri che man mano stanno leggendo, scambiandosi opinioni e valutazioni. In particolare inizialmente Norman parla come se tutte le cose scritte fossero frutto della mente di qualche poveraccio vittima degli effetti soggiogatori dei ritualisti. Man mano che approfondisce la lettura, Norman diventa più concreto, e comincia a credere a ciò che ha raccontato Hemmet. Ormai è sicuro che hanno visto davvero dei cadaveri rianimati e un mostro con molti occhi in quella cantina. E se è vero che certi orrori sono tangibili, significa che ne esistono di altri - e peggiori -. Infine Norman chiede ai due di tentare di smentire questi ragionamenti, cercando sempre di essere quanto più scientifico e possibile, tentando invano di applicare teorie di psicologia a spiegare certi scritti.
Hemmet: con estrema calma e pazienza cerca di approcciarlo sistematicamente ogni giorno, ma è consapevole che è completamente scosso da ciò che ha visto e sta leggendo. Norman è genuinamente preoccupato per il medico, ma sa anche che non può forzarlo a ritornare in sè. Il processo è lungo: gli effetti della paura sulla mente umana sono devastanti. Eppure pian piano, studiando il modo per aiutare l'amico, comincia a convincersi che abbia ragione. Dopo tre settimane di viaggio, Norman bussa alla cabina di Hemmet e annuncia: "Hemmet, dubitavo benevolmente di te, ma avevi ragione. Quello che hai visto è reale. Tremendamente reale. Vogliamo parlarne?"
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