La storia di Mic non comincia nel migliore dei modi.
Abbandonato dalla tribù shoanti della madre subito dopo la nascita a causa della sua discendenza paterna, viene "fortunatamente" trovato da una spia chelaxiana e venduto come cavia ad un incantatore.
Il bambino viene cresciuto da altri schiavi come lui, che si avvicendano di quando in quando quando un esperimento a cui vengono sottoposti va storto.
Sulle catene di ognuno di loro vi sono una manciata di lettere con lo scopo di numerarli, è dalla sua che MIC (ovvero cavia 1099) prende il suo primo nome.
Crescendo in un ambiente così povero di speranze, il mezzorco ascolta avidamente le storie dei suoi compagni di prigione.
Resta a bocca aperta ogni volta che impara una nuova descrizione di esseri chiamati animali, mostri o anche di racconti sugli dei.
Tra tutto ciò preferisce gli animali selvaggi liberi di andare dove vogliano e gli dei benevoli che immagina quasi come genitori ideali.
Il chelaxiano li tiene in una prigione sotterranea per poter fare esperimenti sulle linee di sangue magiche degli stregoni: cosa determina se una persona ha o no il potere? Tale condizione è sempre manifesta o può essere presente latentemente, e cosa più importante può essere amplificata?
La maggior parte delle cavie non mostra reazioni particolari agli esperimenti (che implicano comunque profonde ferite e trattamenti facilmente considerabili torture dai profani di magia), mentre una parte impazzisce o si ammala per poi morire nel giro di pochi mesi.
Una manciata di prigionieri, tra cui Mic, mostrano invece tracce di potenzialità arcane, ma insignificanti rispetto alle mire del padrone.
Decenni di ricerca finiti in un vicolo cieco.
In un ultimo tentativo di guadagnare almeno potere economico e politico, l'umano offre le proprie ricerche e schiavi ad un suo contatto di nobili natali.
Questi in un primo momento accetta, ma quando si rende conto della realtà dei fatti si sente truffato e fa assassinare l'incantatore.
Delle settimane successive, Mic ha ricordi confusi.
Ricorda le guardie e gli esecutori inviati a ripulire le celle dai "parassiti" come li chiamavano.
Ricorda i vecchi, gli amici e chiunque altro conoscesse venire uccisi intorno a se.
Infine, ricorda di essere stato travolto da una vera e propria carica di schiavi superstiti, un fiume umanoide in un tentativo disperato di sfondare la formazione delle guardie per mettersi in salvo.
Il mezzorco, ormai adolescente, si ritrova letteralmente catapultato ad un isolato di distanza, mentre gli altri fuggitivi scappano disordinatamente in ogni direzione, troppi per essere seguiti ognuno da una guardia chelaxiana.
[Modificato da Orok 13/04/2017 15:26]