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Codici Personali

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2015 19:24
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Sesso: Maschile
05/04/2015 13:22

Arrivo anche io arrivo tardi ma la discussione mi era sfuggita (di solito controllo il forum solo dietro notifica via email, devo trovare il modo di dirgli che voglio essere avvisato dei nuovi thread).

Algot è probabilmente il personaggio molto complicato per diversi motivi, fondamentalmente parte da un background idealista per evolversi in una figura molto pragmatica, cercherò di fare ordine.

Partiamo dall'inizio, è un cavaliere della Rosa Blu, seguace di Sarenrae NB tendente al LB.
In teoria questo farebbe di lui il buono per eccellenza, sempre pronto ad accettare redenzioni anche poco realistiche e a cercare la soluzione diplomatica (i cavalieri della rosa blu sono per l'appunto diplomatici, e guadagnano bei bonus ai danni non letali se chiedono agli avversari di arrendersi ma questi rifiutano, ma dopo aver proposto al resa devono garantire l'incolumità del prigioniero. Fin ora Algot non ha mai usato questa abilità, che richiede un azione standard).

Tuttavia Algot è anche un tiefling che combatte i demoni, quindi da una parte ha degli avversari completamente corrotti, e ci tengo a sottolinearlo, non si tratta semplicemente di soldati "con il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore", ma di creature del male e totalmente devote al male. Invece essendo tiefling si trova a sopportare pregiudizi e discriminazioni da parte dei suoi stessi alleati, che lo vedono come appartenente alla razza del nemico. Questo ha portato al tradimento nei suoi confronti e all'esilio volontario.

Insomma dal punto di vista di Algot i principi di Sarenrae e della Rosa Blu non si applicano ai demoni così come al convenzione di ginevra non si applica ai cinghiali, semplicemente non c'é nulla da redimere, ne fa un discorso diverso per i cultisti: difficilmente crederà a una loro conversione ma si spingirà a rischiare, motivato dal volere credere che esista del buono in tutti. Ma come già detto da altri la redenzione deve venire dall'interno, ritiene completamente inutile costringere con el cattive alla conversione, infatti continua a pensare che lasciare Wenduang sia stata una pessima decisione, spera solo nel fatto che avendo ucciso un bel poà dei suoi uomini sia molto meno pericolosa ora.

Autorità
Il rapporto con la autorità di Algot è sempre stato abbastanza lineare, in quanto cavaliere le rispettava con una fede paragonabile a quella di un paladina. Però dopo essere stato tradito e aver visto i suoi uomini sterminati a causa di questo tradimento ha i suoi dubbi. Vuole provare a credere che la corruzione sia l'eccezione, ma il dolore per quello che ha passato è difficile da superare, ancora non sa come si comporterà quando arriverà il confronto con la autorità, cosa che in un caso non troppo remote potrebbe anche voler dire la condanna a morte.

Per quel che riguarda la situazione attuale in città per Algot non esiste un autorità maggiore a cui rivolgersi, la città è semplicemente nel caos, quindi quando ha a che fare con un prigioniero si rende conto che potrebbe semplicemente non esserci nessuno a cui consegnarlo (situazione che potrebbe cambiare rapidamente dato che Aneiva ha trovato il messaggio della moglie), inoltre essendo un cavaliere ritiene di avere comunque una certa autorità anche lui.

Infine sulla pena di morte, questo è un argomento di cui nessuno ha parlato, qual'era la legge a Kenabres? A me riesce difficile pensare che in un mondo fantasy, in uan città in guerra contro il male assoluto ci andassero tanto per il sottile, posso pensare che in caso di "omicidio colposo" magari fossero un po' più flessibili, ma qui abbiamo davanti un pluriomicida, evaso, colto in flagrante di un altro tentato omicidio. Insomma a me riesce difficile pensare che una volta portato alle autorita questo venga semplicemente imprigionato. Però l'ambientazione al conosco poco, e se qualcuno ha dati sulle leggi di Kenabres per me sarebbero molto interessanti, dato che Algot si rifarebbe comunque a quelle.

Motivazioni
Attualmente Algot è profondamente deluso dalla società, ha provato ad integrarsi in mezzo ai mostriciattoli ma neanche li si è sentito a casa. Però di fronte alla devastazione semplicemente non può restare con le mani in mano, sente di dover fare qualcosa. Quindi più che per un bene superiore combatte per arginare il dilagare del male assoluto. E non crede neanche di avere troppe occasioni di successo, la crociata non avrà mai fine, lui semplicemente è stato, non solo addestrato, am cresciuto da soldatoç deve stare al suo posto, fare il suo dovere o morire provandoci, perché anche una piccola vittoria può voler dire rallentare l'avanzata quel tanto che basta per permettere ad un pugno di innocenti di scappare, può permettere a dei rinforzi di mettersi in una posizione migliore, così che possano riguadagnare una fortificazione, e stabilire un nuovo stallo. Ma alla vittoria non ci pensa, non la vede possibile così come un medico di pronto soccorso non vede possibile trovare una cura a tutte le malattie della terra; lui si sente in dovere di dover fare il possibile per salvare quanti più innocenti può salvare, il resto è fuori dalla portata dei mortali.
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